Già dal secolo scorso, Maria Montessori e Matthew Lipman hanno offerto a educatrici, educatori e insegnanti diversi spunti – operativi e di riflessione – intorno all’esercizio del pensare e alla possibilità di far filosofia a partire dall’infanzia. Accanto ai dispositivi educativi, tra cui il ruolo dell’adulto, dell’ambiente o il valore della classe intesa come comunità di ricerca e società per coesione, il volume mostra sia possibili connessioni tra le due proposte, sia conferme che provengono dal dialogo tra la pedagogia, le scienze dell’educazione e le più recenti ricerche neuroscientifiche.
Connesso al testo di Beller, di cui costituisce la parte applicativa, questo volume di Quinto Borghi indica, con ricchezza di esempi, diversi modi di impiego delle Tavole: • dall’osservazione di singoli bambini a quella mirata di tutta la sezione per coglierne i tratti specifici, individuare raggruppamenti dalle caratteristiche analoghe, collocare il singolo bambino all’interno di un contesto di gruppo; • dal confronto tra osservazioni raccolte nel tempo per cogliere l’andamento evolutivo nelle diverse aree, alle osservazioni in simultanea condotte dai genitori e dagli educatori al fine di adattare reciprocamente lo sguardo sul singolo bambino e prospettare occasioni educative sinergiche tra casa e nido; • dall’uso delle Tavole come momento per riflettere sulle proposte educative offerte ai bambini e come punto di partenza per una programmazione delle attività finalizzata a promuovere, per ciascun bambino, aree potenziali di sviluppo, al loro impiego nella comunicazione tra educatori di nido e di materna al fine di favorire la continuità. Lungi dall’avere finalità diagnostiche o puramente ricognitive, le Tavole si prestano a un uso flessibile per meglio allestire le occasioni educative a casa e al nido.