Scritto in occasione del ventesimo anniversario della Convenzione sui Diritti del Fanciullo, il volume propone un’articolata riflessione sulla condizione dei bambini nella nostra società. Dalla Francia, Meirieu scrive a tutti gli adulti e a se stesso per esplorare le relazioni che vedono oggi bambini e adulti impegnati – e talvolta affaticati – in uno scenario storico, politico, sociale e culturale complicato, per porre interrogativi sui diritti dei più piccoli, ma anche sui doveri e sulle responsabilità degli adulti. Ripercorrendo la storia dell’infanzia e del suo rapporto con la famiglia e con la scuola, l’autore analizza alcuni rilevanti contributi pedagogici e ne delinea le sfide attuali, esplorando prospettive possibili per costruire contesti educativi democratici per i bambini e per le famiglie. L’autore scrive per esprimere il suo pensiero sul mondo che lasceremo ai bambini e sui bambini che lasceremo al mondo, ma anche per confrontare preoccupazioni, analisi e proposte.
Attraverso la problematizzazione di un tema roccioso, ovvero «a cosa educare i nostri bambini?», lo scritto di Meirieu può essere accolto come un’occasione per rinnovare l’impegno nella pedagogia dell’infanzia e per promuovere la formazione di bambini «capaci di ricreare il mondo». In tal senso, il suo scritto invita a dialogare su cosa riteniamo prioritario per i più piccoli, a tollerare l’incertezza con cui la loro educazione ci sfida da tempi lontani e a condividere le prospettive verso cui oggi siamo in grado di orientarla, consapevoli che è necessario «creare instancabilmente delle situazioni educative che consentano ai nostri bambini di influenzare la loro storia e la nostra Storia».